domenica 18 luglio 2010

un grado di separazione










(interno, giorno)

- Buongiorno ragazzi.

...

- ... n’giorno......

...

- Avete studiato?

...

-(ooooooh?!?)

- Bene: oggi interroghiamo............ interroghiamo........

...

...

ecco! Oggi sentiamo Pozzo che è un po’ che non lo sentiamo!

- (NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!! PERCHE’ IO!!! COS’HO FATTO DI MALE??!!??)

- Allora Pozzo: spiegami perché Churchill diceva che la democrazia è la peggior forma di governo?

...

- EEEEEEHHHHHHHH????????.......


Tutto questo non è successo a me in un remoto passato - ammetto di aver romanzato l'aneddoto - ma la stessa domanda è arrivata via sms ad una mia amica con questa premessa: t prego zia help sn a scuola: xché churchill diceva...ecc.ecc.?

Ora mi viene inevitabilmente da pensare: 1) all’eccessivo potere che le compagnie telefoniche hanno sull’educazione delle nuove generazioni!! 2) al valore in continua mutazione che le nuove tecnologie danno al concetto di cultura condivisa.

La cultura del wiki (il tipo di software che sta alla base della condivisione delle conoscenze in internet) contempla la collaborazione al sapere collettivo in modo più spontaneo e privo di sensi di colpa. Non ci sono più i bigliettini suddivisi per argomenti nei pantaloni con tante tasche passati di nascosto nel sottobanco. Oforse sì..., ma la questione è che, ormai, le ricerche scolastiche non verranno bene solo al solito bimbo fortunello che ha a casa l’enciclopedia più costosa. La rete consente a tutti di andare a porre la domanda al maggiore esperto sull’argomento (nel nostro caso la zia che, se non è una storica di professione, andrà a vedere su wikipedia o chiederà al cugino del fratello del suo collega o magari farà una ramanzina alla nipote...).

Mentre la finanza (l’economia irreale) e le istituzioni appaiono ancora troppo succubi delle grandi imprese che hanno costruito le loro ricchezze proprio sulla gelosa custodia di alcuni saperi (la formula della Coca Cola, il codice di MicrosoftWindows, ecc.), una potenziale ricchezza per i cittadini deriva dalla possibilità di non dover più pagare o perdere tempo per ottenere molte informazioni o servizi.

Il problema più importante della democrazia è ormai quello di far arrivare tutte le informazioni che condivise nella RETE raggiungendo con internet tutti i cittadini, anche nelle valli e nelle isole più remote (l’eliminazione del cosiddetto digital divide) - anche se tutta l’operazione è inevitabilmente sponsorizzata da chi utilizza internet a scopi commerciali ed è alla ricerca di nuovi mercati.

Condividere le conoscenze fra tutti i componenti di un gruppo sociale dovrebbe, oltre che far prendere le sufficienze alle interrogazioni, rendere più semplice larisoluzione dei conflitti. Prova ne sono le infinite polemiche intorno alle grandi opere infrastrutturali come la linea ad alta velocità per Lione.

Il progetto, praticamente tramato all’insaputa della popolazione locale, deve affrontare continue rivolte, mentre il cantiere, del tutto analogo, in corso di realizzazione da quasi dieci anni nel vicino Canton Ticino per la galleria di base del San Gottardo è diventato l’orgoglio delle popolazioni locali grazie ad una condivisione costante delle strategie e delle modalità di realizzazione.

Se confrontiamo una volta di più le strategie di sviluppo urbano di Milano e di Torino vediamo come, nel primo caso, ci sia una manifesta ostilità nei confronti dei più grandi progetti urbani in corso di realizzazione - Porta Nuova e Citylife - che sono stati lasciati completamente in mano a grossi immobiliaristi privati con l’ovvia conseguenza di ottenere dei quartieri chiusi e autoreferenziali.

Lo scarso rispetto nei confronti del tessuto edilizio circostante (in alcuni casi nuovi edifici di 20 e più piani che si contrappongono a 6 o 7 piani esistenti) genera dei quartieri che contengono una discreta quantità di verde ma che non lo condividono con il vicinato generando delle barriere al flusso automobilistico epedonale o comunque delle incongruenze con una ragionevole forma urbana. Altrettanto ovviamente questo comportamento genera attriti ed i progetti sono, da anni, sotto contestazione dei comitati di quartiere e delle associazioni di architetti che cercano in tutti i modi di ostacolare e far modificare i progetti con conseguenti ritardi e strascichi legali...

A Torino l’amministrazione ha optato per una scelta differente: il progetto urbano che si sviluppa intorno alle aree dismesse di barriera Milano, Regio Parco e scalo ferroviario Vanchiglia non è ancora stato precisamente definito ma è già diventato oggetto di dibattito pubblico dal momento che il Comune stesso (che intende costituire una società a capitale misto, pubblico e privato) ha commissionato una campagna di divulgazione massiccia e ineludibile (voglio dire che non è sufficiente depositare i progetti in uno scaffale del Comune per poter parlare di divulgazione...)

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Basandosi su una grafica evidente costruita sul tema del triangolo e del colore giallo si è affidato agli studenti delle scuole superiori dei quartieri interessati il compito di evidenziare in loco le aree (un milione di metri quadrati!) che saranno oggetto di trasformazione: e quindi vecchi muri scrostati, panchine in disuso, pali elettrici e strade che verranno modificate sono ora tappezzati con triangoli gialli che sicuramente metteranno il seme del dubbio e forse dell’interesse alla partecipazione ai vari incontri pubblici pianificati per condividere (invece che illustrare) le scelte progettuali con tutte le parti in causa.

Anche chiedere a gruppi di zie di fare informazione porta a porta sarebbe stato divertente, ma forse meno efficace.

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