sabato 24 settembre 2016

sogni e utopie



Uno che conosco dice insistentemente che tutto quello che sappiamo è fiducia nel sapere degli altri. 
Ovviamente la discriminante diventa la scelta su chi sia degno della nostra fiducia e quindi finirà col farci da guida in questa valle di lacrime...

Il breve ma illuminante articolo di Laura Aguzzi su ORIGAMI ci spiega che la questione che sta squartando l'Europa negli ultimi anni potrebbe essere il frutto di un banale equivoco: un intoppo comunicativo che scatena emozioni incontrollabili.

I migranti ultimi utopisti in Europa cercano anche Dio


Le utopie non sono semplicemente soluzioni tecniche a problemi immediati ma vere e proprie prefigurazioni di una società futura. Chi fugge da un luogo dove verrebbe ammazzato risponde ad un bisogno fisico immediato, ma chi lascia una casa all'inseguimento di un nuovo modello di convivenza, proprio come farebbe il prototipo di un'ipotetica miss universo che propone la pace nel mondo, è il protagonista di un sogno planetario che, riproponendosi insistentemente e ciclicamente in diverse zone geografiche suggerisce che lo spirito nomade delle prime civiltà antiche non sia del tutto scomparso dalla natura umana.

L'intoppo, o meglio l'inganno sta nelle informazioni che alimentano il sogno. Sono pronto a scommettere che anche gli ignorantoni che pensano di essere i padroni della terra in cui vivono solo perché lì sono stati partoriti, almeno una volta nella loro vita hanno chiacchierato di partire per non tornare più, all'inseguimento di luoghi mitici o reali ma mitizzati, ispirati magari solo da una fotografia, o da un racconto di cui si sono fidati troppo. 
Qualcuno invece è partito e noi siamo il suo sogno. 
Qualcuno gli ha raccontato che noi viviamo in un sogno e lui si è fidato.
Noi siamo all'altezza del suo sogno?


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