martedì 20 settembre 2016

apologia del pokemon


Non c'è nessun gioco fra le applicazioni del mio cellulare, ma qualche anno fa, subito dopo la sua presentazione, sono stato un blando giocatore di ingress, il programma sulla base del quale è stato progettato Pokemon Go. Si trattava (in realtà è ancora vivo e vegeto) di un gioco straordinario che per la prima volta trasformava il mondo reale nel campo d'azione di un videogioco. Ha un unico difetto: non produce reddito per i giocatori.... e questo diventa un problema perché richiede una quantità di tempo tendente ad infinito per poter ottenere dei risultati evidenti... Ho dovuto scegliere tra il mestiere di architetto ed il cacciatore di dark matter... e quindi ho cancellato l'applicazione dopo poco più di una settimana.
Per questo motivo non ho provato Pokemon Go ma non sono stupito di aver trovato un articolo come quello che allego qui di seguito scritto da una studiosa di pratiche urbane: diventare il protagonista fisico di un videogioco è una sensazione spettacolare, dalla quale non è facile staccarsi, e coinvolgere gli adolescenti nerd ad interagire nell'esplorazione dello spazio urbano è sicuramente una rivoluzione epocale rispetto alla totale passività indotta dalle classiche console da divano. 
I motivi che ci portano in giro per il mondo sono quasi sempre futili ma divertenti: Pokemon Go non è di sicuro il peggiore.


POKÉMON GO – KIDS LEARNING ABOUT CITIES 

Camilla van Deurs

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