You you
Soft and only
You you
Lost and lonely
You you
Just like heaven
the
cure, just
like heaven
PARADISO
1
Pasargadae,
Persia, 540 a.C.
Quest'oggi
ho cavalcato nel deserto di sassi per ore e ore. Sono giorni che non
faccio altro.
Poi mi è sembrato di vedere che la linea che divide il
cielo dalla terra si increspasse e poco dopo sono apparse le mura
della città.
Era come la continuazione in verticale del pavimento del mondo; le vette degli
alberi spuntavano da questo doppione dell'orizzonte costruito con la
stessa terra di cui è fatto il suolo infinito.
Le
guardie mi hanno osservato con sospetto e non posso dare loro torto:
un messaggero da Babilonia in questo periodo potrebbe significare
solo guai.
Quindi sono stato condotto in una sala dove ho potuto fare
le abluzioni, ripulirmi, cibarmi e dove ora sono in attesa di poter
incontrare il re.
Ed
ecco che alla fine un servo viene a prelevarmi per portarmi al
cospetto del Grande Ciro re della Persia.
Egli
siede sul trono al centro di un giardino che i miei occhi non
potranno mai più dimenticare.
Nella
mia città abbiamo il giardino più grande che mente umana abbia mai
concepito: il re Nabucodonosor lo volle per dimostrare come si possa
sconfiggere il deserto.
Ma
questo dove mi trovo ora è un luogo differente da ogni altro e non
sembra essere di questo mondo
Dal
trono che sta sollevato e coperto per ripararlo dal sole si dipartono
quattro lunghi canali che dividono lo spazio quadrato in altri
quadrati. Qui ogni essenza conosciuta, ogni profumo, ogni colore si
dispone in una regola che sembra aver piegato la natura ad un ordine
che non può essere se non divino. Tutt'intorno i porticati indicano
che tutto questo deve avere un limite.
Il
re riconosce il mio stupore e mi dice:
-
Quello che nella vostra lingua si dice giardino,
presso di noi ha molti nomi differenti. Questo
io lo chiamo pairidaeza.
Presso di voi si direbbe paradiso.
PARADISO
2
San
Francisco, 24.maggio 2011 d.C.
Questa
mattina sono stato al mercato. Per la prima volta non sono andato per
comperare ma per vendere: ho venduto due chili di carote e quattro
pomodori alla signora che sta al numero 14 della mia via. Questa è
stata la mia prima vendita. E poi altri sono passati dal mio tavolo e
ho quasi finito tutto quello che avevo portato con me, soprattutto le
patate sono sparite in pochi minuti.
Non
ci sarebbe niente di strano se non fosse che io di mestiere faccio il
tranviere. Conduco i Cable-car che si arrampicano e poi
scendono a precipizio dalle colline della città.
Da
qualche anno usavo il mio tempo libero per coltivare insieme a mia
moglie ed ai miei vicini un terreno che il comune ci aveva lasciato
in licenza. Dagli anni '70 ci sono molti Community Garden in
città e quindi siamo tutti entusiasti da quando, il mese scorso, il
sindaco ha emesso un'ordinanza che ci permette di vendere
direttamente quello che produciamo nei nostri orti. Il ristorante
cinese sotto casa ci ha chiesto se possiamo vendergli le patate. Non
so se ne produciamo a sufficienza... vedremo.
Anche
alla scuola del nostro ragazzo stanno trasformando il vecchio cortile
malandato in un orto nuovo di zecca: il nostro Bob è sempre il più
bravo nel lavoro perché già ci aiutava nei fine settimana e gli
piaceva soprattutto seminare!
Ora
devo andare. Fra poco inizia il mio turno al Cab.
See
ya.
PARADISO
3
Barcelona,
28 maggio 2011 d.C.
Questa
notte ho dormito qui in piazza, con gli acampados
del movimento 15M. Da due settimane vivevamo in plaça de Catalunya
per dimostrare che non ce la facciamo più a sopportare che chi
decide per noi lo faccia senza pensare a noi. Non vogliamo che idee
balzane, meccanismi economici indecifrabili, o personaggi omologati
ad un sistema incontrollabile regolino la nostra vita. Quindi siamo
venuti a vivere qui, davanti a tutti e insieme a tutti. Qui
coltiviamo le aiuole per produrre del cibo, siamo protetti
dall'assenza di muri, qui non ci sono i partiti perché c'è la
politica, non ci possono rubare nulla perché quello che abbiamo è
di tutti. O almeno così pensavamo. Questa sera la nostra squadra si
giocherà la coppa e allora qualcuno ha deciso che noi non potevamo
intralciare i festeggiamenti.
Allora
ieri mattina è arrivata la polizia che voleva mandare via tutti,
anche chi stava seduto a parlare. Sono volteggiati i manganelli e
sono stati trascinati via vecchi e giovani che stavano seduti. E
hanno distrutto gli orti dove c'era la loro insalata e le loro carote
perché quello che c'era qui era nostro come loro.
Stamattina
qua in piazza siamo molti in più di ieri e stiamo ricostruendo
l'orto e stasera guarderemo la partita.
Tutti
insieme.
PARADISO
4
Europe
city, 16 agosto 2047 d.C.
La
notte era calda. Era molto calda, umida e appiccicosa. Mi aggiravo
annoiato fra i lampioni. Anche la luce colava giù dalle lampade
melmosa, come se fosse piombo fuso. L'Agglomerato in estate non dava
respiro. Da quando le radiazioni avevano reso tossici tutti gli
alberi non era rimasto molto spazio per cercare frescura se non sotto
terra.
Quindi
scesi nella botola del PARADISE per farmi il bicchiere della
staffa.
Avevo
poche idee ma confuse e, benché sapessi esattamente cosa mi avrebbe
aspettato nei giorni, nelle settimane e nei mesi a venire avevo
deciso di dimenticarmene.
Poi,
come quando un chiodo decide di essersi scocciato di reggere il suo
quadro, all'improvviso accadde tutto quanto.
E
da quel momento il mondo non fu più lo stesso.