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is where i want to be
Pick me up and turn me round
I feel numb
- burn with a weak heart
(so I)
guess I must be having fun
Talking Heads, This must be the place
Quanta
gente, persone a mucchi, folla, moltitudini e tutti che vogliono
viaggiare in prima (come dice uno che conosco). E' un continuo
spintonarci, azzuffarci, arraffare perché non si sa se più tardi
resterà qualcosa. Eppure non ce ne vogliamo andare dall'ombelico del
mondo civilizzato anche perché sappiamo che questo è, nonostante
tutto, il modo migliore di garantire la sopravvivenza della specie.
Bisognerebbe
però fare in modo che chi si è scelto il lavoro di amministratore
avesse la propensione (e, va da sé, la capacità) ad organizzare
questa moltitudine: ora che i gruppi famigliari sono molto più
spezzettati e l'associazionismo è in via di estinzione diventa
ancora più importante che i governi locali possano coordinare l'uso
dello spazio e del tempo in modo da evitare che chi è ingordo di
interesse privato non abbia la possibilità di perpetuare il bailamme
in cui ci troviamo.
La
logistica è
l'attività che si dovrebbe occupare di razionalizzare, usando la
logica
appunto, il flusso delle merci dal produttore al consumatore. Si fa
un gran parlare da qualche anno del consumo di merci prodotte a
kilometro zero
e che quindi ha una necessità minima di trasporto. Certo quella è
la soluzione auspicabile e all'interno di questa rubrica si è già
parlato di sistemi evoluti come i GAS, il riciclaggio o
l'autoproduzione. Ma per certi prodotti e per le città più grandi
questi sistemi non sono risolutivi ed il furgoncino più o meno
sgangherato che si intrufola anche nelle vie più strette per
consegnare la mozzarella di bufala “fresca
fresca” è ancora la
soluzione dominante.
Quando
però si lascia che siano solamente i soggetti privati (facciamo
l'esempio più impattante: le catene di supermercati) ad organizzare
l'intero percorso, ognuno per sua iniziativa, avremo come conseguenza
una moltitudine di logistiche che nelle aree più dense di abitanti
si sovrapporranno fino alla saturazione e alla produzione di
un'ondata di illogicità.
Se
però si inizia a parlare di logistica
urbana, si può
avere come orizzonte l'interesse di tutti i cittadini e si può
quindi iniziare a ragionare.
Più
la città è grande più si può immaginare che l'organizzazione
possa essere complessa ma, da pochi mesi, ha intrapreso un riassetto
di questo tipo una comunità come Parigi, quindi possiamo sperare che
non si tratti di un'avventura impossibile.
Ad
esempio in Italia la città di Padova è all'avanguardia da questo
punto di vista, con una piattaforma di raccolta dalla quale le merci
ripartono per la consegna all'interno della città - il cosiddetto
ultimo miglio
- utilizzando pochi mezzi piccoli, con motori elettrici o poco
inquinanti, che riescono a servire una moltitudine di punti di
vendita di differenti dimensioni. Anche la regione Emilia Romagna ha
imposto per i capoluoghi delle piattaforme di smistamento merci
costruite dai Comuni e poi date in gestione a privati.
Nel
caso di Parigi, una società controllata dalle Ferrovie nazionali,
prevede di ottimizzare la distribuzione di “pacchi” di piccole
dimensioni, e fino a 200 kg, in tutti i quartieri centrali in modo da
ridurre già dal prossimo anno il traffico di automezzi del 18%, per
arrivare ad un obiettivo finale di riduzione delle emissioni
inquinanti dell'85% (!!) nel 2015.
E
non si pensi che l'impatto sull'ambiente nello spostare qualcosa da
un punto ad un altro si riduca solo alle merci fisiche!
Se è vero che la società contemporanea è fondata sulle
informazioni anche lo scambio di dati sul web
ha il suo costo ambientale.
Periodicamente
appaiono notizie allarmistiche sull'impatto ambientale delle reti
informatiche; l'ultima che mi è capitato di vedere recitava: ”otto
mail inquinano come auto che percorre 1 km”.
Si trattava del resoconto di uno studio francese (ancora loro!)
arrivato a desumere che il consumo di energia di ogni mail di un
megabyte produce 19 grammi di anidride carbonica (CO2)...
Non
vorrei sembrare disfattista ma il confronto con la produzione
giornaliera di CO2
di una normale
coppia di polmoni umani che è di circa 1,15 kg (equivalente perciò
a 57.5 mail da 1Mb) riesce a tenermi tranquillo.... anche se ho avuto
la forte tentazione di iscrivermi al gruppo di facebook
intitolato: “Riduci le emissioni di CO2: non respirare!”...
Resta
il fatto però che i comportamenti virtuosi sono auspicabili anche
nelle piccole cose, che moltiplicate per milioni di individui
diventano grandi cose. E allora sarebbe meglio evitare di spedire via
mail tutte le foto delle vacanze ad alta definizione a tutti gli
amici perché, in questo caso il consumo è quello di un tir
smarmittato che viaggia controvento. Anche perché esistono siti di
condivisione gratuita dove possiamo lasciarle fino alla fine dei
giorni e dove gli amici possono andare a vederle o a scaricarle in
ogni momento.
Il
panorama non sarebbe però completo se non si concludesse con una
merce che in Italia è la causa di buona parte dell'inquinamento
urbano e per la quale non c'è logistica che regga: i figli.
L'ordine
di grandezza del caos urbano subisce una svolta cosmica all'apertura
delle scuole e l'isteria collettiva raggiunge livelli impensabili in
tempi di pace. L'alibi più intoccabile di questa epoca senza valori
- l'amore per i proprii figli - autorizza i genitori/tassisti ad ogni
nefandezza e la legge della giungla vige ad ogni angolo di strada.
Dalla scuola al parco alla piscina alla palestra alla discoteca e
ritorno il flusso di veicoli è incessante e non è immaginabile
alcun tipo di ottimizzazione (anche perché quelli in automobile sono
fra i pochi momenti di possibile confronto generazionale...).
Forse
sembrerà eretico portare ad esempio il sistema educativo
anglosassone proprio qui in Italia dove è stata cullata la cultura
Occidentale, ma il modello delle high
school, (dove si
studia, si mangia, si fa sport e musica) e quello dei campus
universitari (dove
inoltre viene messo a disposizione un alloggio collettivo) ha degli
indubbi vantaggi, oltre che logistici, anche dal punto di vista della
maturazione sociale degli studenti e soprattutto libera le famiglie
da una sudditanza insensata.
Ovviamente
questo accentramento è possibile dove gli insegnanti vengono
selezionati secondo i loro meriti e non in una Nazione dove un
quotidiano è costretto a scrivere una lettera aperta al Presidente della Repubblica per fare in modo di non essere più L'UNICO STATO AL
MONDO in cui la musica non viene insegnata nelle scuole.....
Un
altro che conosco dice che il nostro problema più grande è il
traffico... bah.