giovedì 10 ottobre 2013

Serra vs. space


"Sono sempre stato interessato non tanto alla differenza tra una cabina del telefono e uno stadio ma tra cos'e alla tua destra e cosa alla tua sinistra, e cosa, fisicamente, non capisci delle cose che ti stanno davanti.
E la cosa delle curve è legata a questo.
Se stai in piedi sul bordo di una curva e vedi la sua concavità riesci a capire tutto lo spazio che occupa e la forma e i suoi limiti.
Ma se cammini dentro una forma convessa, o al suo fianco, non la percepisci, non capisci niente finché non ti allontani; ma è la stessa curva separata solo dallo spessore del materiale.
Divenni sempre più interessato a spostarmi e camminare e guardare e capire questa cosa.
Volevo provare a raggruppare uno spazio.
E questo è un aspetto del tuo lavoro; ma raccontami di Philip Glass.
Lui faceva l'idraulico e poi lavorava con me tutti i giorni.
Passavamo i pomeriggi a parlare di problemi, di possibilità e ci presentavamo proposte e io avevo scritto una lista di verbi - tagliare, sollevare, rotolare, mischiare - che poi cercavamo di rappresentare con del materiale.
Una volta prendemmo una foglio di gomma largo un metro e mezzo, lungo 3 metri e spesso 6 centimetri.
Mettemmo le mani ai lati - era il verbo “sollevare” - e lo alzammo.
Rimase in piedi e aveva una superficie topografica, e quello che lo teneva in piedi era semplicemente la forza di gravità.
Iniziammo a pensare: perché non usare la gravità come sottotesto del nostro lavoro?
Allora cominciamo a sollevare lastre di piombo e ad appoggiarle come un castello di carta.
Allora ero sposato; eravamo al quarto piano di uno studio a New York, e mia moglie entrò nello studio e disse:
"Non hai mica intenzione di mostrare quella cosa vero?"
E io risposi:
“Sì perchè?”
E lei disse:
“Quella non è arte Richard”
E io dissi:
“Se per te questa non è arte non possiamo più rimanere sposati”
E divorziammo immediatamente.
"
Richard Serra intervistato da Maurizio Cattelan su Wired